Il counseling analitico come scienza e arte della cura di sé
La conoscenza dei fattori generali e delle modalità tipiche di funzionamento di ogni relazione di cura è la scienza di cui il counselor analitico ha bisogno. In ogni relazione di cura – da quella genitoriale a quella pastorale, dalla psicoanalisi alla terapia comportamentale – si attivano dei bisogni che sono basilarmente gli stessi, indipendentemente dall’approccio specifico di ogni singolo metodo. Questo avviene perché l’essere umano è intrinsecamente bisognoso di cure, non solo nell’infanzia ma in tutto l’arco dell’esistenza, e queste corrispondono essenzialmente ai bisogni evolutivi cardinali dell’essere umano. La nostra scuola si occupa dello studio di questi bisogni fondamentali e delle risposte che questi bisogni attivano virtualmente in ogni relazione di cura. L’osservazione dell’esistenza di un piccolo numero di fattori comuni a tutte le psicoterapie è iniziata negli anni Trenta del secolo scorso, ed è andata arricchendosi al punto che oggi si ritiene, sulla base di numerose ricerche, che a questi fattori si debba una quota rilevante, probabilmente la maggiore, dell’esito di ogni terapia. In altre parole, i fattori comuni, cioè non specifici di alcuna scuola, sono almeno altrettanto importanti, se non di più, dei fattori specifici di ogni metodo psicoterapeutico.
La conoscenza dei fattori generali e delle modalità tipiche di funzionamento di ogni relazione di cura è paragonabile alla mappa di un territorio. Essa aiuta ad orientarsi e a riconoscere i percorsi abituali nell’affrontare i problemi tipici della cura – non della cura intesa come terapia di sintomi e malattie (prerogativa della psichiatria e della psicoterapia), ma di ciò di cui ogni essere umano ha bisogno per affrontare i problemi che si incontrano nel cammino della crescita personale e della realizzazione di sé. Con l’aiuto di questa mappa il counselor e l'analista decidono momento per momento che cosa fare o dire nella relazione di cura. Se la conoscenza del campo della cura è la scienza, l’uso creativo di questa scienza per rispondere adeguatamente agli stimoli e alle situazioni presenti, senza reagire meccanicamente secondo schemi dati, è l’arte.
A un primo livello la dialettica tra scienza e arte ha luogo tra conoscenza generale dei fattori curativi fondamentali e dei modi tipici di interagire da una parte, e applicazione creativa e contestuale di questa conoscenza dall’altra. A un secondo livello la dialettica è tra la capacità di muoversi spontaneamente nella relazione di cura, seguendo l’intuizione e l’ispirazione del momento, e il monitoraggio continuo degli effetti di ogni nostro intervento, in modo da correggere la rotta in tempo reale in funzione dei feed-back ricevuti.