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a orientamento esistenziale

COUNSELING ANALITICO

La cura è un fatto essenzialmente relazionale e all'interno di una relazione un fattore curativo non è mai una tecnica o procedura, ma sempre l'esperienza che la persona oggetto della cura ha di quella tecnica o procedura. Se l'esperienza della relazione non viene monitorata in continuazione, quello che si ottiene assomiglia di più a una manipolazione reciproca che a una cura. L'attenzione all'esperienza della relazione coincide sostanzialmente con ciò che in psicoanalisi si usa chiamare analisi del transfert (e del controtransfert). La cura dialogico-processuale non dà nulla per scontato, ma cerca sempre di indagare il significato di ogni segmento di interazione. Dal punto di vista del terreno comune a tutte le relazioni di cura gli elementi costitutivi del processo analitico sono due: l'atteggiamento analitico – cioè l'atteggiamento di sospensione di ogni presupposto e aspettativa  per lasciarsi guidare unicamente dal processo – e il monitoraggio continuo dell'esperienza della relazione (o analisi del transfert e del controtransfert). Anche se una parte consistente della psicoanalisi ha seguito rotte schematiche, allontanandosi dall'atteggiamento non dogmatico e aperto a ogni sorpresa raccomandato da Freud, un'altra parte è rimasta viva e vitale.  A questa parte attinge la prima radice culturale della nostra scuola.

FILOSOFIA

La psicoanalisi può essere considerata una forma di filosofia pratica in cui due persone sono impegnate in un dialogo all'insegna del monito delfico conosci te stesso. La filosofia occidentale  è stata in origine (in epoca greco-romana) inseparabile da un'idea di cura di sé, prima di diventare "ancella della teologia" nel medioevo, e rimanere un'impresa prevalentemente speculativa in seguito; salvo ritrovare in parte l'antica ispirazione in epoca moderna, a partire da Kierkegaard, Nietzsche, Bergson. Nella filosofia orientale l'intento curativo del "male di vivere" è stato da sempre ancora più marcato e nettamente prevalente su quello speculativo.  Nel mondo contemporaneo secolarizzato, che in prevalenza non riconosce più alle istituzioni ecclesiastiche la funzione di guida delle coscienze e in cui questa funzione deve essere assunta laicamente da ciascuno, è essenziale ricollegarsi alle radici del pensiero filosofico e al modo in cui queste radici sono riscoperte nel pensiero contemporaneo. Il punto cruciale è che non può esserci cura di sé senza conoscenza di sé. Ma il filosofo è anche e prima di tutto colui che sa di non sapere. Da questo non sapere nasce la ricerca: l'ignorante crede di sapere chi è, quindi non si interroga, non cerca. Il punto fermo, la verità indubitabile che rimane salda al di là di ogni possibile dubbio è il cogito cartesiano: posso dubitare di ogni cosa, ma non della coscienza che dubita. Da questa evidenza primaria derivano tutte le evidenze secondarie (scientifiche, fenomenologiche, esistenziali) su cui si fonda la conoscenza del mondo e di noi stessi. Ma la coscienza ordinaria, condizionata da ogni sorta di fattori biologici, culturali, economici, non può essere di per sé la fonte di conoscenza, ispirazione e guida di cui l’uomo contemporaneo ha bisogno, in sostituzione delle fonti tradizionali legate a rivelazioni soprannaturali o autorità carismatiche. Per poter essere questo fondamento, la coscienza ordinaria deve sottoporsi a un lavoro di decondizionamento e rischiaramento, nella prospettiva di formazione personale permanente che è centrale nella nostra Scuola

 

ARTE

Infine, dopo la psicoanalisi e la filosofia, la nostra terza radice: l’arte. Che l’arte sia per noi una delle basi della cura di sé dipende in primo luogo dal fatto che l’idea di questa Scuola nasce dall’incontro di tre persone, una delle quali artista e studiosa dei processi creativi. L’incontro d’altra parte non è casuale, perché la cura di sé non può prescindere dalla liberazione del potenziale creativo e generativo di cui ognuno dispone in misura maggiore o minore. L'attivazione di questo potenziale può seguire diverse vie. Abbiamo considerato la via psicoanalitica e quella filosofica. In quella artistica il potenziale creativo è attivato dal fare artistico (nelle arti visive, nella musica, nella letteratura, nella danza). Nel cammino di liberazione della creatività, il soggetto si cimenta di regola con gli stessi blocchi e le stesse resistenze che incontra sul percorso psicoanalitico e su quello filosofico. L’attività creativa parte spesso da un disagio personale che preme per trovare una qualche espressione. Dando forma al proprio disagio, la persona ne prende coscienza e lo trasforma. L’attività creativa è quindi un modo di autoconoscenza e autotrasformazione che si colloca a pieno titolo tra i modi cardinali della cura di sé. A seconda del temperamento e delle scelte personali il soggetto si muoverà di preferenza sull'uno o sull'altro di questi sentieri, ma per quanto una via sia prevalente sulle altre la Scuola incoraggia l’esplorazione e la pratica anche delle altre.

 

L’essere umano è intrinsecamente bisognoso di cure, non solo nell’infanzia ma in tutto l’arco dell’esistenza, e queste corrispondono essenzialmente ai bisogni evolutivi cardinali dell’essere umano.

La nostra scuola si occupa dello studio di questi bisogni fondamentali e delle risposte che questi bisogni attivano virtualmente in ogni relazione di cura. I nostri insegnamenti mirano a sviluppare le capacità di cura di sé che sono competenza di ogni essere umano.

Il Counselor e il Counselor analista  basano il loro operato sulla capacità di autoregolazione del processo di cura e a differenza del medico o dello psicoterapeuta non si occupa di malattie o disturbi né risolve problemi ma si dedica al compito di risvegliare, attivare, formare, nutrire le capacità presenti in ogni essere umano.

Counseling e analisi dialogico-processuale

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