L'Associazione dialogico-dialettica è un'associazione senza fini di lucro che si propone di promuovere diverse forme di attività culturale, di formazione e di cura basate sul principio dialogico-dialettico. Il principio dialogico consiste nella rinuncia a qualsiasi posizione teorica o ideologica preconcetta, sia essa assunta per motivi di scuola, di fede o di appartenenza istituzionale, nella prospettiva del confronto senza pregiudizi con posizioni diverse. Il principio dialettico si identifica con la logica dei contrari, per cui una cosa è ciò che è solo per contrasto con ciò che non è: non è possibile concepire il giorno senza la notte, il maschio senza la femmina, il finito senza l'infinito.
I due principi, combinati nel Principio dialogico-dialettico, incoraggiano l'uso delle più diverse chiavi di lettura della realtà, evitando ogni forma di dogmatismo e di unilateralità.
La messa in discussione di qualsiasi assunto, il dubbio sistematico che caratterizza l'atteggiamento dialogico-dialettico non ha tuttavia come esito un relativismo pluralistico in cui tutte le posizioni si equivalgono, restando la tolleranza reciproca l'unico valore (come in alcune versioni della laicità). Il punto fermo, la verità indubitabile che rimane salda al di là di ogni possibile dubbio è il cogito cartesiano: posso dubitare di ogni cosa, ma non della coscienza che dubita. Da questa evidenza primaria derivano tutte le evidenze secondarie (scientifiche, fenomenologiche, esistenziali) su cui si fonda la conoscenza del mondo e di noi stessi.
La coscienza ordinaria, condizionata da ogni sorta di fattori biologici, culturali, economici, non può essere di per sé la fonte di conoscenza, ispirazione e guida di cui l'uomo contemporaneo ha bisogno, in sostituzione delle fonti tradizionali legate a rivelazioni soprannaturali o autorità carismatiche. Per poter essere questo fondamento, la coscienza ordinaria deve sottoporsi a un lavoro di decondizionamento e rischiaramento, in una prospettiva di formazione personale permanente.
La storia della Dià - Associazione dialogico-dialettica inizia nel 2003, con i Seminari dello spirito laico al Caffè letterario di Bergamo. Tullio Carere-Comes dà inizio a una serie di incontri che hanno come filo conduttore l’idea che lo spirito laico ha come unica guida non la ragione (come ritengono le versioni razionalistiche del laicismo), ma la coscienza, di cui la ragione è solo una delle funzioni. La differenza è decisiva: nel momento in cui lo spirito laico supera la condizione di minorità intellettuale per affidarsi unicamente alla propria coscienza e al proprio giudizio (secondo la celebre definizione di Kant dell’Illuminismo), si assume la responsabilità di illuminare, rischiarare o liberare la coscienza da tutti i condizionamenti di ordine biologico, psicologico, economico e culturale che la offuscano. Questo significa che non basta scrollarsi di dosso il peso delle autorità tradizionali e autodefinirsi liberi pensatori per essere compiutamente laici: occorre anche superare il momento puramente negativo di emancipazione intellettuale per iniziare un cammino di cura di sé, finalizzato alla crescita personale (intra-, inter- e transpersonale) e alla liberazione della coscienza da tutto ciò che la condiziona.
Come conseguenza di questa impostazione, ai Seminari fanno seguito i Laboratori di cura di sé, condotti inizialmente al Caffè letterario e poi proseguiti nella sede dell’Associazione, da cui avrà origine la Scuola di cura di sé, inaugurata nel 2008. Il principio-guida della Scuola è che la cura di sé è molto difficile, virtualmente impossibile, per l’individuo isolato. In effetti il cammino di conoscenza e trasformazione di sé nelle culture tradizionali avviene sotto la guida di un maestro o all’interno di una scuola di impianto filosofico o religioso. Alla comunità che si organizza intorno a un maestro o una tradizione lo spirito laico contrappone la rete di persone liberamente impegnate nella cura di sé. L’unità-base della rete laica è la coppia, intesa come coppia naturale o coppia di lavoro. Il laboratorio è il luogo dove le coppie di lavoro si esercitano nel lavoro di cura di sé sotto la guida di istruttori, con l’obiettivo di emanciparsi gradualmente dagli istruttori e continuare per conto proprio il cammino di formazione personale permanente.